Friday, April 17, 2009

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Secondo l'organizzazione "Fortress Europe" tra il 1988 e il 2005 sono annegate alle porte dell'Europa 3908 persone in fuga dall'Africa. Negli ultimi tre anni le vittime conosciute dei naufragi sono state 1949. A questo bilancio (datato 7 febbraio) vanno però aggiunti gli annegati delle Canarie il cui conto compare nel succitato rapporto della Guardia Civili datato 21 dicembre e reso noto il 21 marzo 2006. Solamente nel canale di Sicilia, tra il 2004 e il 2006 sono morti 1641 immigrati.
Nel Mediterraneo, negli ultimi quattro anni, sono morti 2080 clandestini e 1117 cadaveri (uno su tre) giacciono ancora in fondo al mare. Va ricordato che, qualora un migrante riuscisse a superare vivo il tragitto via mare, ugualmente esposto al pericolo di morire sui campi minati della Grecia, nascosto in un camion, nei container delle navi cargo, sotto i treni e negli aerei, oppure di stenti nel deserto libico come sulle montagne turche.
Dopo il massacro di Ceuta e Melilla del settembre-ottobre 2005, la frontiera africana tra Spagna e Marocco è stata ulteriormente blindata e sono in via di realizzazione protezioni tridimensionali che affiancheranno le due consuete barriere di filo spinato. La struttura, che gli americani stanno copiando a Tjuana, al confine con il Messico, sta diventato un vero e proprio muro dotato delle più sofisticate tecnologie che comprendono sistemi di acqua a pressione con getti di pepe, fuochi che creano confusione, ecc......"
......Un altro aspetto aberrante di questo impianto legislativo è la creazione dei Centri di Permanenza Temporanea (CPT) che oggi si chiamano Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE). Si tratta di luoghi di detenzione per soli immigrati. L’immigrato che entra irregolarmente in Italia veniva incarcerato in queste strutture per sessanta giorni prima dell’identificazione e dell’espulsione: si finisce dunque in un CIE non certo per aver commesso un reato bensì a causa di un illecito amministrativo. Con le nuove norme previste dal cosiddetto decreto-sicurezza, questo periodo di detenzione viene esteso addirittura a sei mesi. Giova ricordare che i centri di identificazione costituiscono una grossa fonte di reddito per le strutture laiche e religiose che li gestiscono......."